Frankenstein
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mostra.
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L'elaborata strumentazione elettrica,
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dall'aspetto e dai suoni minacciosi,
ma assolutamente inoffensiva,

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era opera di Kenneth Strickfaden,
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che iniziò la sua carriera cinematografica
come elettricista nel 1921.

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Il primo film in cui appaiono
le sue trovate pirotecniche

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fu Return of Sherlock Holmes del 1929.
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I congegni, collezionati per hobby
nel corso degli anni,

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provenivano da vecchi pezzi
di aeroplani, automobili,

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trasmettitori radio e cianfrusaglie varie.
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Nel 1981 raccontò: "Assemblavo vari
pezzi insieme e stavo lì ad ammirarli".

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"Poi scoprii
che interessavano a qualcuno."

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"Ll risultato dipendeva dai rottami
che riuscivo a trovare in giro."

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La Universal noleggiò i suoi macchinari
e Ray Lindsay li fece funzionare.

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Nel 1981, l'Academy of Motion Picture
Arts and Sciences organizzò

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una serata di gala
in onore di Strickfaden.

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Sopra il lucernario del laboratorio
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gli elettricisti azionavano delle macchine
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che emettevano lampi di luce
intermittente e una pioggia di scintille.

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Anni dopo, Karloff spiegò: "Quella scena
mi rendeva davvero nervoso.

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Ero mezzo nudo e legato
al tavolo operatorio di Frankenstein.

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Vedevo sopra di me la squadra
degli effetti speciali

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maneggiare i carboni incandescenti
che producevano fulmini".

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"Speravo davvero che nessuno di loro
fosse troppo maldestro."

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James Whale parlò dell'importanza
della scena della creazione:

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"La scena della creazione
è il momento culminante del film,

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perché se il pubblico non crede
che il mostro sia stato creato davvero,

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allora non si preoccupa
di cosa farà in seguito".

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"A questo punto il pubblico deve credere
che stia per succedere qualcosa."

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"Forse sarà un disastro,
ma almeno guarderà il film."


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