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Ecco un altro esempio di contrappunto
all'intenso dramma precedente,
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o melodramma, se preferite,
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un interludio tranquillo e idilliaco.
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Una scenetta romantica.
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Colin Clive finalmente
nei panni di un tipo normale,
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lontano da cimiteri e vecchie torri.
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Clive apparteneva
a una famiglia di militari.
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Il padre era un famoso colonnello
dell'esercito britannico.
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Ma Colin cadde
durante un'esercitazione a cavallo
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e si fratturò il ginocchio, mettendo
fine alla sua carriera militare.
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La gamba non gli guarì mai
completamente.
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Fu costretto a lasciare
il Sandhurst Royal Military College
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e iscriversi
alla Royal Academy of Dramatic Art.
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Esordì sulle scene
a Londra nel 1919,
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e recitò in varie opere drammatiche,
anche in compagnie di repertorio.
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Whale lo scelse per interpretare
lo sventurato capitano Stanhope
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in un dramma di enorme successo,
Journey's End.
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Clive apparve anche nella versione
cinematografica sempre diretta da Whale.
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Dopo Frankenstein, Clive recitò anche
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in One More River, dall'ultimo
romanzo del ciclo La saga dei Forsyte,
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anche questo diretto da Whale,
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poi ne II conquistatore dell'India,
Amore folle tratto da Le mani d'Orlac,
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The Man Who Broke the Bank
at Monte Carlo,
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e, naturalmente,
ne La moglie di Frankenstein nel 1935,
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in cui interpretò di nuovo
il suo ruolo per Whale.
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Nel 1971, Mae Clarke disse:
"Aveva una voce indimenticabile".
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"Whale diceva spesso che la voce di Colin
'era come un organo."'
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"'Basta impostarlo correttamente
e la sua voce sgorga come musica."'
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Ma Clive era un uomo
dall'animo tormentato.
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Era in lotta contro i suoi demoni,
una specie di dottor Jekyll e Mr Hyde.
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E beveva parecchio.
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Nel 1937, a soli 37 anni,
Clive morì vittima dell'alcolismo.