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un'espressionistica foresta morta:
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Terra, rocce, alberi privi di foglie
come pali del telefono,
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sono lo sfondo ideale
per la crocifissione del mostro.
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Whale viene a torto
considerato un espressionista.
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Usava l'espressionismo
quando gli faceva comodo,
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come qui e in "OI' Man River"
ne La canzone di Magnolia.
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La moglie di Frankenstein,
semmai, è rococò,
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una riuscita mescolanza
di barocco, gotico, decorativo,
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espressionistico e derivati.
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Dwight Frye, il procacciatore di cadaveri,
compare qui appoggiato a un albero.
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La sorella di David Lewis
si fa strada in mezzo alla folla.
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Ecco Dwight.
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Mr Levy, con occhiali e bastone,
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è passato dietro a E.E. Clive.
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Il punto non è che il mostro sia Cristo.
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Nella teologia cristiana,
Gesù è il redentore.
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La sua morte e resurrezione
sono promessa di vita eterna.
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Il mostro è figlio dell'uomo, grottesca
parodia di tutto ciò che è umano
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senza però avere la scintilla divina,
e pertanto è una satira del divino.
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Whale era un ironico, non un parodico.
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Non crucifigge il mostro
per mettere in ridicolo il Golgota,
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ci pungola ribaltando una tradizione
basilare della cultura occidentale:
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Il mostro, figlio dell'uomo, resuscita
dai morti e poi viene crocifisso.
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Per ironia della sorte, la prima del film
fu il Venerdì Santo del 1935.
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L'aspetto visivo del film è stilizzato.
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Non c'è mai un cielo naturale.
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Con i cieli cupi, dipinti, sembra sempre
che incomba un temporale.
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Qui, il cielo è colmato
da un fondale architettonico
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di Jack Cosgrove e Russell Lawson.
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Questi sono gli unici esterni del film,
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realizzati nel set del villaggio tedesco
di All'ovest niente di nuovo.