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ma stasera mi hai ributtato in faccia
le mie stesse parole.
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Avevi ragione. Se non altro, un uomo
deve tenere fede alle proprie teorie.
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Ma hai conferito alle mie parole
un significato che non ho mai sognato.
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Le hai trasformate in una fredda e
logica scusa per un omicidio spietato!
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Ma io non le ho mai intese così,
Brandon.
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E non puoi rigirarle così.
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Qualcosa di profondo dentro di te...
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deve averti spinto a questo.
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Ma qualcosa di profondo dentro me
non mi permetterebbe mai di farlo.
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- E non posso esserne complice.
- Cosa vuoi dire?
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Stasera mi hai fatto vergognare
di tutti i concetti da me elaborati...
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sugli esseri superiori o inferiori.
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Ma di questo ti ringrazio...
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perché ora capisco che ognuno di noi
ê un essere distinto e unico...
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con il diritto di vivere e lavorare
e pensare come individuo...
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ma con degli obblighi nei confronti
della societâ in cui viviamo.
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Con che diritto osi affermare...
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che esiste un'élite superiore
di cui tu faresti parte?
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Con che diritto hai deciso...
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che il ragazzo lì dentro
era inferiore e quindi degno di morire?
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Credi forse di essere Dio, Brandon?
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E' questo che credevi quando
gli hai fatto esalare l'ultimo respiro?
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Quando hai servito la cena
sulla sua tomba?
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Io non so cosa pensavi,
ma so cos'hai fatto.
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Hai ucciso, hai strangolato
un essere umano...
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che sapeva vivere e amare
come tu non hai mai saputo fare.
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- E non saprai mai.
- Cosa fai?
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Sarâ la societâ a fare qualcosa.
Non so cosa, ma posso immaginare.
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E io le darô una mano.
Morirete, Brandon, tutti e due!
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Morirete tutti e due.