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Mi appartavo sulla spiaggia
e scrivevo cartoline...
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...e lettere e aggiornavo
il mio diario...
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...finché non lo incontravo fuori
dai bagni lungo la strada.
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Lui usciva... seguito.
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Chi lo seguiva?
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I giovani affamati che scavalcavano
la rete sulla spiaggia.
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Lui dava mance a tutti,
come se gli avessero...
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...lustrato le scarpe
e chiamato un taxi.
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Ogni giorno c'era più gente...
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...più rumorosa, più avida.
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Alla fine, non ci andammo più.
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E dopo? Una volta smesso di
andare alla spiaggia pubblica?
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Poi, un giorno...
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...dopo che avevamo smesso
di andare in spiaggia...
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...era un giorno bianco rovente.
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Non un giorno blu rovente
ma un giorno bianco infuocato.
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Pranzammo tardi in una squallida
trattoria sul mare.
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Sebastian era bianco
come il tempo.
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Era vestito di seta bianca, cravatta
bianca, panama bianco.
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Continuava a toccarsi il viso
e la gola qui e lá...
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...con un fazzoletto
di seta bianca...
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...ingoiando pilloline bianche
in continuazione.
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Sapevo che aveva problemi di cuore
e aveva paura.
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"Andiamo a nord", diceva.
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"Abbiamo fatto Cabeza de Lobo.
L'abbiamo fatta, non credi?"
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Lo pensavo di averla fatta.
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Poi vennero quei bambini
sulla spiaggia...
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...separata da una rete
dal ristorante.
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Il nostro tavolo era a un metro
dalla rete.
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E quei bambini...
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Erano una banda.
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Sembravano uno stormo
di uccelli spennati...
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...e si lanciavano sul
reticolato...
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...come soffiati
dal vento...
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...dal vento bollente e bianco
dal mare.
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Gridavano tutti:
"Pan! Pan! Pan!"