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Diceva di avere un lavoro,
così siamo partiti con i bambini
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e ci siamo installati in un
alberghetto vicino al porto.
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Non lo vedevo per tutto il giorno.
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A sentir lui, "lavorava".
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Così andavo a spasso coi bambini
e compravo loro il gelato.
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Però ero un po' inquieta
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perché non sapevo come
guadagnasse il denaro.
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E una sera, dopo tre
settimane di quella vita
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non è più tornato.
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Così ho dovuto arrangiarmi da sola
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con i bambini e una suocera che non
voleva tenerli, perché non mi può vedere.
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E poco alla volta sono diventata
una prostituta. Era più comodo.
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E due anni dopo, una sera, in un cinema
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vedendo un film americano,
l'ho visto recitare.
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- E adesso va bene?
- Molto, molto bene.
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- Cosa prendono?
- Un bianco secco. - Un rosè.
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- Non è molto allegro, comunque.
- No, è triste, ma non ne è colpa mia.
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Credo invece che siamo sempre
responsabili delle nostre azioni. E liberi.
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Alzo la mano, sono responsabile.
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Giro la testa a destra,
sono responsabile.
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Sono infelice, sono responsabile.
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Fumo una sigaretta, sono responsabile.
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Chiudo gli occhi, sono responsabile.
:30:51
Dimentico di essere
responsabile, ma lo sono.
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No, è quello che ti dicevo prima.
Voler evadere è un'illusione.
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In fondo, tutto è bello.