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Andiamo al Luxembourg a fare niente?
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Sai, credo che stia per piovere.
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Vidi, nella luce viva, un
dipinto che prima mi era sfuggito.
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Era il ritratto di una fanciulla
nel pieno della sua bellezza.
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Guardai il dipinto un solo
istante, poi chiusi gli occhi.
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Fu un movimento impulsivo per
guadagnare tempo per pensare;
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per assicurarmi che la mia
vista non mi aveva ingannato;
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per calmare e preparare il mio spirito
a una contemplazione più sobria e sicura.
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Dopo alcuni istanti, guardai
di nuovo fissamente il dipinto.
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Il ritratto, l'ho già
detto, era di una fanciulla.
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La testa e il busto
disegnati in quello stile
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che in linguaggio tecnico
si suol definire oleografico;
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più o meno alla maniera di Sully.
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Le braccia, il seno e gli
stessi capelli luminosi
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si confondevano all'ombra vaga ma profonda
che faceva da sfondo alla composizione
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Come opera d'arte, era certo quanto di
più perfetto ci avesse dato la pittura.
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Ma è probabile che non fosse
né la tecnica del dipinto,
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né l'immortale bellezza di quel volto
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a impressionarmi così
profondamente e fortemente.
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Né potevo pensare che la mia
immaginazione, uscendo dal dormiveglia,
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avesse riconosciuto in quel
viso quello di una persona nota.
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Alla fine, avendo scoperto il
vero motivo di quella sensazione,
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mi lasciai ricadere sul letto.
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Avevo capito che il
fascino di quel dipinto
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era il fascino stesso della vita.
Il suo riflesso più autentico.