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da non distogliere più gli occhi dalla
tela, neanche per guardare il suo viso.
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Così non vide che i colori
che disponeva sulla tela
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erano sottratti alle cose di
colei che era seduta al suo fianco.
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Passarono le settimane e
l'opera giunse quasi al termine.
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Ancora un tocco alla bocca, un
tratto di pennello a un occhio.
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Lo spirito della dama tremò di
nuovo come la fiamma di una lampada.
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E allora la pennellata fu data,
e allora il colore fu posto.
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E, per un momento, il
pittore sostò estatico
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di fronte all'opera che aveva terminato.
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Ma un istante dopo, mentre così
guardava, tremò. Fu invaso dal terrore
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e gridò con voce tonante:
"In verità, è la vita stessa!"
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Si girò allora di colpo
per guardare la sua amata:
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era morta!
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Io vorrei andare al Louvre.
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No, mi annoia guardare i quadri!
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Perché? L'arte, la
bellezza, è questa la vita.
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Ti adoro.
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Io ti amo.
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Perché non vieni ad abitare da me?
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Sì, devo dire a Raoul che è finita.
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Lasciami almeno mettermi il cappotto; o
sei tu che dopo ti prendi il raffreddore?
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- Farabutto!
- Non fare la pazza!
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- No Raoul, non adesso. Domani.
- Ti ho detto di non fare la stupida.
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- Vi conoscete?
- Piacere, signorina.