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Mio fratello...
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...sembrava molto contento.
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La giovane era l'unica a rendersi
conto della loro situazione.
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Sei proprio come m'immaginavo:
la mia coscienza politica.
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Gli chiesi: "Non ne hai una tua?"
E così parlò della rivoluzione.
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Stendete la vita su un tavolo
e asportate i tumori dell'ingiustizia.
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Gli dissi: "Se la pensi così,
dovresti entrare nel partito".
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Asportare i tumori dell'ingiustizia
è un intervento laborioso.
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Qualcuno deve tenere la vita viva,
mentre operate, vivendo. Non è giusto?
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Allora pensai
che non fosse giusto.
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Mi disse quel che pensava
del partito e io tremai per lui.
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Ci approvava ma per motivi
che erano sottili, come i suoi versi.
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Tale approvazione poteva dileguarsi
nello spazio di una notte.
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Non posso approvare stasera
ciò che potreste fare domani.
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Camminava con un nodo scorsoio
intorno al collo e non lo sapeva.
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Gli dissi cosa avevo sentito dire
delle sue poesie.
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Non gradite?
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Non gradite da chi?
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Perché non gradite?
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E così glielo dissi.
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Tu le trovi "egocentriche,
piccolo borghesi e narcisiste"?
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Mentivo.
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Ma lui mi credette.
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Mi colpì che desse importanza
alla mia opinione.
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La ragazza capì
ciò che significava.
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Non sarebbero sopravvissuti
a ciò che sarebbe accaduto.
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Li sollecitai ad andare
in qualche posto di campagna...
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...dove avrebbero
potuto salvarsi.
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Abbiamo... Avevamo una proprietà
a Varykino, vicino Yuryatin.
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Ci conoscono là.
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Non si oppose. Gli avrei procurato
permessi, lasciapassare e certificati.