Manhattan
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È strano perché io non riesco
a scendere a compromessi.

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Proprio non... non ci riesco.
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Penso che sia sempre un errore chiudere
un occhio perché alla fine ci rimetti.

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Ma poi hai visto
cos'ha scritto Jill in quel libro.

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Vivo nel passato.
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E tu? Stai uscendo con qualcuno?
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Sì. Mi conosci... Non ho mai avuto
problemi con le donne. Voglio dire, è...

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Ci stavo pensando
proprio una settimana fa.

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So che sembra strano,
ma penso di aver fatto un'idiozia

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quando ho lasciato Tracy.
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- Ricordi Tracy?
- Sì. Mi piaceva.

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Sì. Ci stavo pensando la settimana scorsa
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e credo che, tra tutte le donne
che ho conosciuto in questi anni,

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quando sono onesto con me stesso, è con
lei che mi sono sentito più a mio agio

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e che ho trascorso i migliori momenti.
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Una ragazzina stupenda,
ma troppo giovane.

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Tutto qua.
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Perché non la chiami?
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No, non potrei mai.
Penso di averla persa.

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L'ho tenuta a distanza
senza mai darle un'opportunità.

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Ed era così dolce.
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Mi ha chiamato. Mi ha lasciato
un messaggio circa un mese fa

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per dirmi di guardare La grande illusione
alla TV e non l'ho mai richiamata.

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Perché io, sai, non volevo
assolutamente illuderla.

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Ci teneva proprio a me ed io...
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Ero un po' arrabbiata con te.
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Con me?
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Se non avessi presentato Mary a Yale,
forse questo non sarebbe successo.

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Un'idea per un racconto
sulla gente di Manhattan

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che si crea costantemente
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questi problemi davvero inutili e nevrotici
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per evitare di pensare a problemi
più irrisolvibili e terrificanti

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su... sull'universo.
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Vediamo... deve essere ottimistico.

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