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Non lo so.
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E continuaia sognare,
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un futuro sempre più lontano.
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Osservavo a distanza
i progressi diNathan Junior
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ed ero fiero deisuoirisultati
come se fosse nostro figlio.
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Mi chiedevo se pensasse maia noi
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e speravo che avessimo
ampliato un po'isuoi orizzonti,
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anche se luinon poteva ricordare
come sifossero ampliati.
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Ma ancora non avevo sognato
niente diEd e dime,
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fino alla fine.
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E quile immagini diventavano più sfocate,
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perché era un futuro molto, molto lontano.
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Vidi un'anziana coppia che
riceveva la visita deifigli
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e di tuttiinipoti.
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I due anzianinon erano troppo strani,
e neppure ifigli e inipoti.
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Papà...
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Io proprio non so.
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Ditemelo voi.
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Quel sogno...
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Era solo una speranza?
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Una fuga dalla realtà,
come faccio spesso?
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Ma io e Ed, non siamo cosi.male.
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E sembrava proprio reale.
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Sembravamo proprio noi.
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E sembrava...
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be', casa nostra.
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Forse non I'Arizona,
ma una terra non troppo lontana,
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in cui tuttiigenitorisono forti e saggi
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e tuttiifiglisono felici e moltiamati.