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Alfredo.
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Io non c'entro.
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Tua moglie mi ha detto
di portarti il mangiare.
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Dammi qua.
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Ce l'ho detto a mia madre...
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che non me le avevi date tu
le pellicole,
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che non era stata colpa tua.
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Mi pareva uno scherzo
che le pellicole prendono fuoco.
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Solo questo ti volevo dire.
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Me ne vado.
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Totò.
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Vieni qua.
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Avanti, vieni qua.
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Da bravo, siediti.
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Sentimi bene a quello che ti dico.
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Ho cominciato
questo mestiere a dieci anni.
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A quei tempi non c'erano
queste macchine moderne.
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Le pellicole erano mute.
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Il proiettore girava
a mano proprio così,
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con la manovella.
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Tutto il santo giorno
con la manovella.
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Ed era così dura questa manovella...
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E se uno si stancava un poco...
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e perdeva la velocità,
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in un colpo...
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Wum! Se ne andava tutto a fuoco.
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Allora perché non me lo insegni,
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ora che non c'é
la manovella e viene più facile?
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Perché non voglio, Totò.
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Tu non lo devi fare questo lavoro.
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Sei come uno schiavo.
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Te ne stai sempre solo.
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Ti vedi cento volte
la stessa pellicola...
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e ti metti a parlare con Greta Garbo
e Tyron Power come un pazzo.
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Lavori come uno scecco.
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Perfino alle feste,
a Pasqua, a Natale...
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Solo il venerdì santo sei libero.
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E senti a me.
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Se a Gesù Cristo non
lo mettevano in croce,
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pure il venerdì santo si lavorava.
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E perché non cambi mestiere?
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Perché sono uno scimunito.