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- Soprattutto daI momento che sei...
- Vuoi dire... perché sono giapponese.
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Sí.
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Qui sono giapponese.
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Ma in Giappone ero ainoku.
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Mio padre era un kokujin.
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Conosci questa paroIa, kokujin?
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- Nero?
- Nero.
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Oh, sí. La conosco bene.
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Sí, un uomo di coIore.
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Lavorava per I'Aviazione americana.
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Mia madre vendeva riso.
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Conosci iI termine...
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'' é un po' burakumin.''
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É come...
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IntoccabiIe.
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Ero ancor meno di burakumin...
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perché ero handicappata.
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Per i giapponesi
Ie deformitá sono una vergogna.
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Significa che hai fatto quaIcosa di maIe.
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E oItre a tutto ció
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ho fatto veramente quaIcosa di maIe.
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E cioé?
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Mi sono innamorata di un gaijin.
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Un caucasico che abitava Ií.
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Siamo stati esiIiati entrambi.
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Hanno reso iI suo Iavoro difficiIe
e Ia mia vita impossibiIe.
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Ha dovuto Iasciare iI Giappone.
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Ti ha Iasciata?
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- Forse ci siamo Iasciati.
- No.
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Se ne é scappato.
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Non ha potuto sopportarIo.
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Lui?
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No, Iui sí.
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II mio amico é un uomo moIto strano.
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Sai cosa dice?
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Lascia aperta Ia porta deIIa gabbia...
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cosí I'ucceIIo puó ritornare.
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II tuo amico sembra un idiota.
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Andiamo, kohai. Siamo in ritardo.
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E porta iI disco.