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e volevo vedere qualche suo vecchio film
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per capire se mi piacesse,
perciô temporeggiai e gli dissi:
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"Perché non ti fai crescere la barba
e poi se non ci piace te la tagli?"
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Ma lui: "Non intendo perdere tempo
a farmela crescere se poi non la usi".
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Gli risposi: "Giusto. Scusa".
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E così se la fece crescere
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e io vidi una foto di Robert Altman
sulla rivista Premiere che mi convinse.
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A Gene piaceva il pizzetto perché dava
al suo personaggio un'aria da artista.
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È un produttore da strapazzo
di film tipo Grottesco,
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sul genere sexy horror,
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ma a Gene sembrava
che avesse velleità da artista.
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Perciô optammo per il pizzetto.
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Aggiungemmo dei denti incapsulati
troppo bianchi - geniali -
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e un piccolo ciondolo
con il simbolo ebraico chai.
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In questa inquadratura
non si vede, ma in altre sì.
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Eccolo lì.
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Anche questa scena
è molto simile al romanzo
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in termini di dialogo,
impianto e ambientazione.
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Fu difficilissimo trovare questa location.
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Ci serviva una determinata architettura,
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con una scala affacciata sul soggiorno,
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che avrebbe avuto un ruolo importante.
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Volevo un ambiente arioso che mostrasse
un lato non ancora visto della California.
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Visionammo moltissime case,
anche quella del senatore Tunney.
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Avevamo deciso di usare quella,
ma poi qualcuno ci ripensô.
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Questa è la casa
di un regista cinematografico.
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Anche questa scena
era molto più lunga, poi la tagliammo.
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Il problema era che in queste prime scene
bisognava spiegare moltissimi antefatti: