Frankenstein
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Lanciava una colomba dalla finestra.
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Avevamo una gabbia piena di colombe,
tra cui una imbalsamata.

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E Deane si arrabbiava molto
quando non riusciva a trovarla,

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perché sembrava che le altre
dicessero: "Cosa combini?"

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La lanciava dalla finestra,
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pronunciando la parola "vola"
con un accento davvero strano.

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Deane mise in scena il melodramma
senza gli effetti speciali

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comunemente usati in seguito.
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La scena della creazione
era un capolavoro di semplicità teatrale.

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Vedevi solo il mostro
muoversi e alzarsi all'improvviso.

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Ma si alzava con grande effetto.
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La scena della vendetta finale del mostro
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era realizzata con materiali molto
semplici e valorizzata dalle luci basse.

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Il mostro aggrediva Frankenstein,
lo spingeva su un tavolo

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e fingeva di lacerargli la gola.
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Aveva una bacinella
di pittura rossa e una spugna.

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Si chinava su di lui, tirava
su la spugna grondante e la gettava via.

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Era una scena di grande effetto.
Si sentiva il rombo dei tuoni

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e si vedeva il bagliore dei lampi,
poi calava il sipario.

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Le tecniche teatrali, soprattutto
quelle del teatro espressionista,

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influenzarono i primi film dell'orrore
prodotti in Europa negli anni '20.

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Da un punto di vista scenografico,
il cinema espressionista tedesco

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era contraddistinto
da un abile gioco di luci e ombre.

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Lo stile hollywoodiano si basò
a lungo su una luce piatta

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che aveva lo scopo
di mostrare tutto al pubblico.

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Quando i registi di Hollywood
videro i film tedeschi per la prima volta

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rimasero sorpresi
dalla loro atmosfera particolare,

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e quella tecnica fu poi adottata nei film
dell'orrore, soprattutto alla Universal.

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Carl Laemmle,
il suo fondatore, era nato in Germania

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e aveva importato
il talento europeo alla Universal City.

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Fu suo figlio a sviluppare un grande
interesse per i soggetti dell'orrore,


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