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L'idea del mulino in fiamme fu di Florey,
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il quale voleva che
il laboratorio si trovasse nel mulino.
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Il progetto di preproduzione
del mostro di Hall e Rosse
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fu scartato dal regista,
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che era a sua volta
un esperto scenografo.
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Era molto meticoloso riguardo
alle luci e alla posizione delle cineprese,
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e a come l'inquadratura
andasse riempita fino in cima.
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Si nota un'incredibile verticalità
nel progetto dei suoi set.
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Da un punto di vista emotivo,
il film raggiunge il culmine
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quando il mostro vede
il sole per la prima volta
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e alza le mani cercando di toccarlo.
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Così ci si chiede per se caso
l'intera verticalità del film
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non sia stata ideata da Whale
proprio per culminare in questa scena.
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Il laboratorio fu creato
da Kenneth Strickfaden, un inventore
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che lasciò il segno nei laboratori
degli scienziati pazzi del cinema.
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Le macchine originali furono usate come
materiale scenografico fino agli anni '70.
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Karloff era quarto nei titoli di testa
dominati da Colin Clive,
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un attore i cui ruoli tormentati
riflettevano un profondo disagio interiore.
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Whale lo preferì a Leslie Howard,
considerato in precedenza.
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Clive, che interpretò Henry Frankenstein,
aveva una personalità turbata.
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Era una specie
di dottor Jekyll e mister Hyde,
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e Jekyll rappresentava il suo lato sobrio.
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L'intera troupe di Frankenstein temeva
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che Clive iniziasse a bere
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e che una notte a Hollywood
si trasformasse in Mr Hyde,
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mettendo così a grave rischio le riprese.
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Ma Whale lo trattò con grande sensibilità.
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Mae Clarke, che interpretò la fidanzata
di Frankenstein, Elizabeth,
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condivise i suoi ricordi con lo storico
cinematografico Gregory Mank.
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Mae era una vera attrice
e insistette per recitare alcune scene
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di Frankenstein nel suo bungalow
nel teatro di posa.
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Si alzò e interpretò il mostro.
Si divertiva molto a farlo.
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Attraversò la stanza
imitando il passo del mostro.