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Frankenstein afferma che la creatura
deve: "Avere paura di me e obbedirmi".
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Questo comportamento crudele divenne
in seguito una prerogativa di Fritz,
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che stuzzica continuamente il mostro
con una frusta e una torcia,
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rendendo al confronto
lo scienziato più simpatico.
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Molti chiamano il mostro
con il nome di Frankenstein.
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E in effetti,
nel dramma di Peggy Webling del 1927,
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nella versione rivista del 1930
e nella versione di Balderston,
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il mostro viene chiamato Frankenstein
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da alcuni personaggi in varie occasioni.
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Quando gli chiesero perché accettò
di girare Frankenstein, Whale rispose:
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"Di ben 30 soggetti disponibili,
questo era il più provocatorio.
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Qui potevo dilettarmi
con argomenti macabri".
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"Pensai sarebbe stato divertente
cercare di far sembrare possibile
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l'impossibile."
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"Mi offriva ottimi spunti fotografici,
due grandi caratterizzazioni
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e un intreccio dalle infinite possibilità.
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È questa la cosa straordinaria
del mestiere di regista."
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II nuovo sceneggiatore, Francis Edwards
Faragoh, introdusse alcuni cambiamenti,
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come per esempio dare la voce a Fritz,
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che nei precedenti copioni
della Universal era muto.
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Adesso il laboratorio di Frankenstein
si trovava in una vecchia torre
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e non più in un mulino abbandonato.
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Il mulino venne però serbato
per la scena finale.
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E, cosa più importante,
sia Frankenstein che il mostro
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suscitavano una maggior compassione
ed erano dotati di maggior spessore.
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Adesso proviamo pena per il mostro,
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come nel romanzo originale
e nel dramma della Webling.
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Nel romanzo,
Frankenstein è uno studente,
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non è né un dottore
né il figlio di un barone.
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La scena in cui il mostro si anima