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La sua casa è stata sotto
controllo per 3 mesi.
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Conversazione tra John
Huberman e sua figlia Alicia.
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Ore 18, 9 gennaio 1946,
Miami Beach, Florida.
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Una delle prove non
presentate al processo.
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- Non voglio sentire niente.
- Calma, ascolti.
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Ci sarà un mucchio di
soldi per entrambi, Alicia.
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Ti ho già detto prima di
Natale che non voglio saperne.
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Ragiona, potrai avere tutto ciò
che vorrai. È un lavoro facile.
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- È inutile, papà.
- È f orse questa la tua patria?
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Mia madre è nata qui.
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- Noi siamo cittadini americani.
- Non dire sciocchezze.
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Nel tuo intimo sei tedesca.
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Ascoltami, il nostro
è un grande ideale.
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Conosco bene questo ideale,
tuo e dei tuoi compari.
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Non provo che
odio e disprezzo.
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- Non parlarmi così. Sei mia figlia.
- Vorrei poterlo dimenticare.
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- Alicia, parla più piano.
- Vi odio tutti.
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Io amo questo Paese,
lo capisci?
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Lo amo.
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Non lo tradirei neanche se
vi vedessi impiccare tutti.
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Ora vattene da questa casa.
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O giuro che ti denuncio.
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E non venirmi più a parlare
dei tuoi sporchi progetti.
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Beh, questo non prova molto.
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Non l'ho denunciato.
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Né Io speravamo.
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Allora, cosa ne dice?
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Esca, mi lasci sola.
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Devo pensare alla mia vita.
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Divertirmi, voglio godermela
con chi mi pare e piace.
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Senza tanti poliziotti che vogliono
mettermi in un sacco di guai.
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Voglio gente del mio genere.
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Gente che possa piacermi
e comprendermi.
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Buongiorno, Alicia.
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Buongiorno...
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Sono venuto a prenderla,
partiremo con l'alta marea.
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- È pronta?
- Sì...
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Non mi dica che
l'aveva dimenticato...
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Quasi...
:14:58
L'aiuterò a fare le valigie, anche se
non servono. Troveremo tutto a bordo.