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É solo che, ecco,
è piuttosto insolito, non trova?
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Non per me.
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lmmagino che abbia in mente
l'intera sceneggiatura.
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Neanche per sogno.
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Posso chiederle
cos'ha fatto finora?
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Quello che qualsiasi
valido sceneggiatore americano
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avrebbe fatto o dovuto fare
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per le prime 19 settimane e rotti
del suo contratto.
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Sci d'acqua a St. Tropez,
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bagni di sole ad Antibes,
lezioni di greco.
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Greco?
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Ho conosciuto una stellina che
rappresentava il cinema greco
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al festival di Cannes.
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Poi c'è voluto del tempo
per dimenticare il greco,
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il che ha richiesto
una gran quantitá di vodka
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e un viaggio a Madrid
per assistere alle corride,
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le quali per fortuna, poiché
non sopporto la vista del sangue,
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si erano trasferite a Siviglia.
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La diciottesima settimana l'ho
trascorsa al casinó di Monte Carlo,
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nel tentativo piuttosto
sconsiderato di vincere tanto
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da riscattare il contratto di
5000 dollari la settimana più spese
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che mi lega al mio amico,
mecenate e produttore Mr Meyerheim,
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in modo da non dover più scrivere
questo film. Prenda nota.
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Per il libro che scriveró
sull'arte della sceneggiatura,
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non puntare mai sul 13 e sul 31
per troppe volte di seguito
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somme troppe elevate,
perché tanto non funziona.
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Ora devo funzionare io.
Vogliamo cominciare?
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Una produzione Alexander Meyerheim.
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Tra virgolette: La ragazza
che rubò la torre Eiffel.
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Le piace questo titolo?
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Oh, sì, è molto avvincente.
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Ha avvinto anche Meyerheim.
L'ha comprato a scatola chiusa.
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Soggetto originale e sceneggiatura
di Richard Benson.
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Pagina uno. Dissolvenza. Esterno.
Parigi, naturalmente.
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Vediamo, notte o giorno?
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Giorno.
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Si apre con... un'inquadratura...
della torre Eiffel.
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La macchina carrella avanti. Sola
contro il vento, su una piattaforma,