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si contendono;
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che sai dire per ottenere un terzo
più ricco di quello delle sorelle?
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Parla ora, figliola.
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Nulla, signore.
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Come, nulla!
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Nulla.
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Dal nulla non può uscire nulla.
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Su, parla ancora.
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Amo vostra maestà, né più né meno
che mi detta il mio vincolo di figlia.
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Stai parlando col cuore?
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Con il cuore, mio buon signore, sì.
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Così giovane, e già così impassibile?
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Così giovane, sì, e così sincera.
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E così sia!
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La sincerità sia tutta la tua dote.
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Ché, per il sacro fulgore del sole,
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per i misteri dell'Ecate e la notte;
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e per tutti gli influssi dei pianeti
per cui viviamo o cessiamo di vivere,
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io qui rinnego ogni paterna cura,
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e d'ora in poi considerati estranea
per sempre a me ed al mio cuore.
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Mio buon re...
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Taci. Non interporti
fra il drago e la sua furia.
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Voi due, Cornovaglia ed Albania,
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con la dote dell'altre mie due figlie
spartitevi la terza.
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Investo qui in voi due, congiuntamente,