King Lear
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Tu puoi sfuggire a un orso;
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ma se corri sino a finire al mare,
devi affrontar le fauci della belva.

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Quando l'animo è libero da crucci,
il corpo è più sensibile agli stimoli.

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Ma la tempesta che ho dentro di me
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toglie ai miei sensi
ogni altra percezione

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tranne quella che mi martella dentro.
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Ahimè, l'ingratitudine dei figli!
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Ma li castigherò senza pietà.
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No, non piangerò più.
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Chiudermi fuori, in una notte simile!
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Rovesciatevi, o cieli, io vi resisto!
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Entra tu prima di me.
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Io dirò una preghiera e poi dormirò.
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Ah, voi povere genti senza tetto,
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dovunque siate a soffrir la gragnola
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di questa inesorabile bufera,
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come potran le vostre teste nude,
i vostri fianchi stretti dalla fame,

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le vostre vesti stracce
con buchi e con finestre,

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proteggervi da simili intemperie?
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Troppo poco di ciò mi son curato!
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Or ecco anche per te, pompa regale,
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esponiti a soffrire
quel che soffre la gente,


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