King Lear
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Vieni, ragazzo.
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Come stai? Hai freddo?
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Ho freddo anch'io.
Dov'è, questa capanna?

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La magia del bisogno è prodigiosa,
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ci fa dar pregio alle cose più vili.
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Andiamo a questo ovile.
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Povero matto, canagliuccia mia,
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ho un pizzico di cuore
che riesce ad affliggersi per te.

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Chi serba ancora un pizzico di mente
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Ehi, ho! Con pioggia e vento
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Della sua sorte se ne stia contento
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Anche se piove ininterrottamente.
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Prego, entrate, signore.
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Fa male sentire sotto la pelle
tutta la rabbia di questo uragano;

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sarà così per te.
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Ma ove s'è installato un maggior male
il mal minore quasi non s'avverte.

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Tu puoi sfuggire a un orso;
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ma se corri sino a finire al mare,
devi affrontar le fauci della belva.

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Quando l'animo è libero da crucci,
il corpo è più sensibile agli stimoli.

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Ma la tempesta che ho dentro di me
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toglie ai miei sensi
ogni altra percezione

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tranne quella che mi martella dentro.
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Ahimè, l'ingratitudine dei figli!
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Ma li castigherò senza pietà.
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No, non piangerò più.
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Chiudermi fuori, in una notte simile!
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Rovesciatevi, o cieli, io vi resisto!
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Entra tu prima di me.
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Io dirò una preghiera e poi dormirò.

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