King Lear
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Zitto, non dirò nulla.
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- Chi va là?
- Un savio e un matto.

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Gli dèi superni che sul nostro capo
fanno tanto frastuono

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stanino ora chi è lor nemico.
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Trema, tu, sciagurato, che porti in te
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delitti inconfessati ed impuniti:
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Trema fino a spezzarti, tu, furfante,
che fingendoti onesto,

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cercasti la morte del tuo prossimo.
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Segrete colpe, delitti ignorati,
squarciate le cortine che vi celano,

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e invocate la grazia
davanti a queste terribili accuse.

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Ho subito più peccati di quanti
n'abbia mai io commesso.

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Signore, a due passi
c'è una capanna;

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troverete da amici miei riparo
dalla furia di questo temporale.

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I miei sensi cominciano a smarrirsi.
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Vieni, ragazzo.
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Come stai? Hai freddo?
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Ho freddo anch'io.
Dov'è, questa capanna?

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La magia del bisogno è prodigiosa,
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ci fa dar pregio alle cose più vili.
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Andiamo a questo ovile.
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Povero matto, canagliuccia mia,
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ho un pizzico di cuore
che riesce ad affliggersi per te.

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Chi serba ancora un pizzico di mente
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Ehi, ho! Con pioggia e vento
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Della sua sorte se ne stia contento
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Anche se piove ininterrottamente.
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Prego, entrate, signore.
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Fa male sentire sotto la pelle
tutta la rabbia di questo uragano;

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sarà così per te.
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Ma ove s'è installato un maggior male
il mal minore quasi non s'avverte.


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