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Sono circondato da assassini.
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Ogni giorno,
è una nuova sfida con la morte.
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Sì, be'...
è il prezzo del potere politico.
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Sì, la vita al vertice è un inferno.
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Ecco perché godo di ogni minuto con lei.
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Ogni secondo è speciale.
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Ecco perché prima...
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Prima consumiamo, più felice sarò.
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- Avanti.
- Non posso.
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- Don Francisco.
- Spara!
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Metta giù la pistola. È maggiorenne.
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È un tiranno e un dittatore
e scatena le guerre.
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- Perché elenca i miei meriti?
- Uccidilo!
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- Guardie!
- No.
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Boris, non siamo qui in vacanza.
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Non posso ucciderlo. È un essere umano,
sanguinerà sul tappeto.
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Dammi quella pistola.
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Visto? Non è così facile.
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Perché? Perché non ci riesco?
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Perché è moralmente sbagliato.
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- Puoi definire meglio?
- Si tratta di un imperativo morale.
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- Perché?
- Uccidendo Napoleone, uccidi te stessa,
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perché siamo coinvolti
in un assoluto totale.
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Dai, non è vero.
Fai di nuovo il panteista.
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Perché panteista? Siamo tutti legati
universalmente a una grande unità.
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Puoi colpirlo?
Sta rinvenendo. Dagli una botta.
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Abbiamo a che fare
con un dilemma etico.
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Non vorrai citarmi ancora
Tommaso D'Aquino?
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E invece sì. "Mai uccidere un uomo, in
particolare se significa privarlo della vita".
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Cosa c'è?
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Se non lo fermiamo,
annienterà mezza Europa.
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Magari la metà in cui
si trova il nostro padrone di casa.
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- Boris. Per i nostri bambini.
- Non ne abbiamo.
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- Per i nostri genitori.
- Neanche loro ne hanno.
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- Be', io torno a ucciderlo.
- Sonja.
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- Lo faccio.
- No. Va bene. Senti,
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porta la carrozza qui davanti.
Lo uccido io.