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Ci sono una o due cose
che io avrei messo diversamente,
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ma che importa? È favoloso.
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Dico sul serio. Sono colpito.
Davvero. Mi hai salvato la giornata.
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È grandioso. Ero convinto
che mi sarei annoiato a morte.
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- Ti andrebbe di pranzare insieme?
- Vorrei parlarti della sceneggiatura.
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Penso che potremmo farci qualcosa.
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Vorrei sapere che cosa
ti ha spinto a ritirarti dal mondo.
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- Chi se ne frega.
- No, mi importa.
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Sei sempre stato così ambizioso...
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Dio, ti è veramente piaciuto?
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Caspita, hai avuto una bella crisi.
Come sei riuscito a superarla?
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Quando ti ho incontrato
sembravi in gran forma. Anche adesso.
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Be', un giorno,
circa un mese fa, ho toccato il fondo.
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Ho capito che non volevo continuare
a vivere in un universo senza Dio.
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Vedi, ho un fucile, che ho caricato
e mi sono premuto contro la fronte.
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Ricordo di aver pensato:
"Ora mi uccido".
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Poi ho pensato: "E se mi sbagliassi?"
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"E se ci fosse un Dio?
Dopotutto, nessuno può dirlo."
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Ma poi mi sono detto:
"No, forse questo non mi basta".
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"Voglio la certezza o niente."
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E ricordo chiaramente
l'orologio che ticchettava
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e io, immobile,
con la canna appoggiata alla fronte,
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che mi chiedevo se spararmi o no.
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Improvvisamente è partito un colpo. Ero
così teso che avevo premuto il grilletto.
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Ero tanto sudato, che il fucile mi era
scivolato dalla fronte, mancandomi.
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I vicini battevano alla porta,
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era scoppiato un pandemonio.