Romeo Juliet
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Eravamo sempre io e te...
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Grande è la virtù che risiede nelle
erbe, nelle piante, nelle pietre,

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e nelle loro vere facoltà.
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Niente che viva sulla terra è così vile
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da non restituire
qualcosa di buono alla terra.

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E niente è così buono che
se stravolto dal suo uso lecito

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non si rivolti fino a perdere
la sua vera natura.

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La virtù stessa diviene vizio
se male indirizzata,

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e il vizio a volte può venir riscattato.
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Sotto tutto l'orlo di questo...
fragile fiore...

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v'è un fiero veleno
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e un potere curativo.
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Ché se Io annusi, con
l'odore ti rinfranca tutto.

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Ma se Io assaggi,
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insieme al cuore
tutti i sensi uccide.

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Così due re rivali sono accampati
nell'uomo come nelle erbe,

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la grazia e la violenza.
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E là dove predomina il peggiore,
ben presto il tarlo della morte

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divora quella pianta.
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Buongiorno, padre!
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Benedicite!
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Che lingua mi saluta, così di buon'ora?
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Buongiorno, Romeo.
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Buongiorno.
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Figliuolo, è turbata la tua mente,
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che così presto abbandoni il tuo letto?
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Oppure, vediamo se indovino.
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Il nostro Romeo non s'è neppur coricato.
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È così. Ma dolce è stato il mio tempo.
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Iddio ti perdoni! Eri con Rosalina?
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Rosalina? Mio caro padre, no!
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Ho scordato quel nome e quei tormenti.
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Bravo, figliuolo. Ma dove sei stato, allora?
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Son stato a banchettare dal nemico,
dove a un tratto una mi ha ferito,

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e io ho ferito lei.
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Ci puoi guarire entrambi
col tuo farmaco santo?

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Va piano, figliolo, e sii più chiaro.
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Se confessi un enigma
ti assolvo con un indovinello.


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