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La chiamano "La Signora".
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Ha fatto fortuna nel dopoguerra,
vendendo orfani a mafie dei paesi arabi.
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E non solo orfani.
Sembra abbia cominciato da sua figlia.
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-Ma forse lo dicono solo per spaventare.
-Beh, ci riescono.
:16:23
Hai il telecomando!
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-E giá aperta.
-Fammi provare.
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Adoro i telecomandi.
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Se Dio esiste, deve averne una montagna.
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L"ho sempre immaginato cosi.
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Seduto in una gran poltrona,
in mezzo a migliaia di telecomandi.
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Domani avrai la poltrona e tutti
i telecomandi che vuoi. Ti porto a casa.
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Finalmente sono ricco e tu mi porti a casa?
No! Voglio festeggiare.
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Sarai ricco domani, oggi non hai un soldo.
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Fammi un prestito.
Domani ti rendo cinque volte tanto.
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Per me é lo stesso. Dai, festeggiamo!
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Ti faro un prestito. Ma non vengo con te.
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Dai!
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Mi racconterai di nuovo
del tuo capo e della cameriera.
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-Era cosi arrapante?
-Uno schianto.
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-Hai cenato?
-Si, ma non importa.
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Sono ricco. Ceno due volte.
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Un"altra porzione di gamberi. Anzi, due.
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Altri due calamari, e delle seppie...
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una porzione di patate fritte,
un"insalata russa, anzi...
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portaci un po" di tutto.
Cosi non facciamo confusione.
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-O tu vuoi qualcosa?
-Non ho fame.
:17:27
Neanch"io. Ma siamo ricchi.
Mangiamo anche senza aver fame.
:17:30
-Vero o no?
-Se lo dice lei.
:17:33
E della birra.
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Tanta birra. Quella piú cara.
:17:37
Sono ricco.
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Non ci credono. Dovevamo andare
in un posto piú elegante.
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Qui non sanno riconoscere un milionario.
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Un ricco deve averne I"aspetto.
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Quindi, sii paziente
e goditi la tua ultima cena da povero.
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Un corno! Sono stufo di essere povero.
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Sono stato povero tutta la vita. Ora basta!
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Sii povero tu, se vuoi.
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-Dovresti andare a casa...
-Nemmeno a parlarne!