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Il mostro parlante di Mary Shelley,
della Webling e di Balderston
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era stato privato della parola,
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ma la ritrova nel primo seguito
del film, La moglie di Frankenstein,
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dove Balderston fu citato
nei titoli di testa per il co-adattamento.
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La sceneggiatura in continua evoluzione
prevedeva un mostro insensibile,
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privo di qualsiasi pathos.
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Chi poteva biasimare Lugosi?
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In un'intervista rilasciata sei mesi
prima di morire, Carl Laemmle jr disse
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che la vista di Lugosi
con tutto quel trucco addosso
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lo fece "scoppiare
a ridere come una iena".
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Florey disse
che il trucco di prova era identico
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a quello usato da Karloff nel film,
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ma è chiaro che per Laemmle la versione
di Karloff non era affatto ridicola.
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Karloff stesso ricordò
di aver sentito dire che il trucco di Lugosi
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era "un'orribile maschera pelosa.
Niente a che vedere con il nostro mostro".
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Il truccatore Jack Pierce
disse in un'intervista
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che durante le prove Lugosi aveva
un atteggiamento decisamente negativo.
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Secondo Lugosi,
"le sue idee erano le migliori".
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Seppur non seguita alla lettera,
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la struttura generale della prima metà
del dramma della Webling e di Balderston
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era evidente nella sceneggiatura
cinematografica in evoluzione.
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Ma l'ultima parte del dramma
fu impiegata
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solo quattro anni dopo
ne La moglie di Frankenstein.
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Nell'ultimo atto teatrale,
Frankenstein si prepara
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a dare al mostro una compagna.
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Questo elemento fu ispirato dal romanzo.
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Ma nel dramma
il mostro uccide Frankenstein
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dopo che questi cambia idea
all'ultimo momento.
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Poi il mostro inciampa
sui macchinari del laboratorio
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e muore proprio a causa della macchina
che gli ha dato la vita.
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Nel periodo che intercorse fra la prima
teatrale del dramma a Preston nel 1927
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e l'arrivo dell'opera a Londra nel 1930,