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si svolge in una camera al piano di sopra
della casa di Frankenstein,
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e non, come nel film, in una vecchia torre.
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Non ci sono macchinari strani o scene
pirotecniche durante la creazione,
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e tanto meno infuria
un violento temporale.
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Nel dramma della Webling
e di Balderston,
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lo studio di Frankenstein, che si trova
in una casa a Goldstadt in Svizzera,
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viene trasformato in un laboratorio,
e durante la creazione infuria il temporale.
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Nelle prime sceneggiature
un mulino viene usato come laboratorio
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e c'è il temporale.
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In una descrizione del set
di una bozza preliminare
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si parla di "qualcosa di simile
al laboratorio di Metropolis".
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Nel film muto tedesco del 1926
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si vede uno scienziato pazzo
impegnato nei suoi esperimenti
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e circondato da un'incredibile
apparecchiatura elettrica.
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Nel romanzo originale,
la descrizione di come Frankenstein
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anima la propria creatura
resta molto vaga.
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La scena della creazione,
momento culminante del film,
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viene descritta brevemente
in un paragrafo del libro:
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"Ln una cupa notte di novembre
osservai il frutto delle mie fatiche".
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"Ln preda a un'ansietà
al limite dell'angoscia,
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raccolsi gli strumenti di vita intorno a me,
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per infondere un soffio vitale all'essere
inanimato che giaceva ai miei piedi."
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"Era ormai l'una di notte
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e la pioggia picchiettava cupa sui vetri.
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La mia candela si era quasi consumata,
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quando al barlume della luce fioca
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vidi la creatura aprire
i suoi spenti occhi gialli."
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"L'essere respirò profondamente
e uno spasmo scosse le sue membra."
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In un paragrafo successivo scrive:
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"Avevo lavorato duramente
per quasi due anni
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per riuscire a infondere
un soffio di vita a un corpo inanimato."