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e poi, e poi dimentico i più buoni:
C'è anche... Aspettate...
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Sembravano tutti
ipnotizzati dalla granata
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che ruzzolava lentamente
per le scale:
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Tre scalini, due scalini,
tutti pancia a terra.
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Mi segua.
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Cosa vuol sapere?
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Nulla, voglio solo ascoltare.
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Per giudicarmi?
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Dio me ne guardi.
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Non voglio dirle nulla.
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Voglio farle delle domande.
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Sì.
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La mia domanda è questa:
Mi racconti, Jim.
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Sì, ma cosa?
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Non importa, racconti.
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Dritto davanti a sé.
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Jim cominciò.
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C'erano una volta due giovanotti,
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e descrisse senza
nominarli Jules e Jim,
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la loro amicizia,
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la vita a Parigi prima dell'arrivo
di una giovane donna.
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Disse come apparve
loro e ciò che accadde.
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Raccontò anche
«ma lei no, vero Jim?».
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E qui Jim non poté
tacere il suo nome.
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Catherine osservò che Jim ricordava
tutto di lei, come se fosse ieri.
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Precisò dei particolari,
e altri ne aggiunse.
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Jim descrisse quel loro mancato
appuntamento al caffè.
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Poi parlò di loro
tre visti da lui,
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dei tesori nascosti in Jules,
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e di come avesse
intuito fin dall'inizio
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che Jules non sarebbe
riuscito a tenere Catherine.
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Mi avrebbe detto
tutto questo al caffè?
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Sì.
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Continui.
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Non c'è più nulla da dire.
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C'è stata la guerra.
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La gioia di rivedere Jules, la
sua apparizione alla stazione.