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Arold.
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Sì, amante.
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Così sposai Jules, senza debiti,
ricominciando da zero.
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Grazie a Dio la sua famiglia
si trasferì al nord, non so dove.
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Scoppia la guerra,
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Jules parte per l'est.
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Mi scrive lettere
d'amore violente,
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molto belle.
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Da lontano l'amavo di più,
ritornava in me come un tempo.
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Il nostro ultimo malinteso, la vera
rottura, fu alla sua prima licenza:
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Mi sentii tra le braccia
di un estraneo.
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Ripartì.
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Sabine nacque nove mesi dopo.
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Non rassomiglia molto a Jules.
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Creda a quello che
vuole, è proprio sua.
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Ma gli ho detto:
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Ti ho dato una bambina, è abbastanza
per me, questo capitolo è chiuso.
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Ognuno ha la propria camera,
riprendo la mia libertà.
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Si ricorda il nostro
amico Fortunio?
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Sì.
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Era lì, libero come
l'aria, e anch'io.
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È stato un delizioso partner.
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Che vacanze...
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ma era troppo giovane,
non era una cosa seria.
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E un bel giorno, all'improvviso,
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l'indulgenza,
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la serenità di Jules
mi sono mancate.
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Mia figlia mi attirava come
una calamita, stavo sbagliando.
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Sono partita.
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Sono tornata qui tre mesi fa.
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Jules come marito
è finito, per me.
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Non si affligga per lui,
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gli concedo ancora le
distrazioni che gli bastano.
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Dopo c'è Albert.
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Mi ha parlato di quella statua
che avete amato in tre
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e alla quale sembra
che io rassomigli.
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Ho flirtato con lui.
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Ha dei lati strani,
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ma possiede quella autorità
istintiva che manca a Jules.
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Vuole che lasci tutto,
che lo sposi.
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Prenderebbe la
figlia e la madre.
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Ho molta simpatia per lui,
ma fino a adesso niente di più.
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Domani viene a colazione
da noi, si vedrà.
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Lei mi ha ascoltata.
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Ho parlato più di lei.
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Non pretendo di aver detto
tutto, come lei poco fa.
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Se ho avuto altri amanti,
questo riguarda me.
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Ho cercato di chiarire solo
le cose di cui lei ha parlato.
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Capisco, Catherine.
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Non voglio essere capita.
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Guardi, si è fatto quasi giorno.
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Jim desiderava Catherine,
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ma nascondeva il suo
desiderio molto più di prima: