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L'importante era che
lei non se ne andasse.
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Ma cosa doveva fare ora
con Jules, e con se stesso?
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Non lo sapeva.
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Jim sentiva in modo molto vago
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che Catherine voleva
essere amata da lui.
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Inafferrabile, Catherine
svelava quello che voleva
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nell'istante in cui
questo diventava suo.
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Buongiorno, Sabine.
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- Buongiorno, Albert.
- Come va?
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Bene.
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- La mamma come sta?
- Bene.
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- Buongiorno, Albert.
- Buongiorno.
:53:48
- Buongiorno.
- Buongiorno.
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Anche lei si è fatto
tagliare i baffi?
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Beh, sì, ho seguito la moda,
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ma mi sento a disagio,
mi pare di essere nudo,
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me li farò ricrescere.
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Albert è stato ferito in guerra,
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in una trincea.
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Adesso sto bene,
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ma quando mi svegliai
e vidi lì il chirurgo
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che stava frugando nel mio cranio,
mi venne in mente Oscar Wilde:
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«mio Dio, risparmiami dolori fisici,
ai dolori morali ci penso io».
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Quello che è brutto della guerra
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è che priva l'uomo della
sua lotta individuale.
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È vero, però io credo che
ognuno possa lottare lo stesso,
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a parte la guerra.
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Mi ricordo un artigliere che
ho conosciuto all'ospedale.
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Tornando da una licenza conobbe
una ragazza in treno.
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Parlarono fra Nizza e Marsiglia.
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Sul marciapiede della stazione
lei gli diede l'indirizzo.
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E per ben due anni, ogni giorno,
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lui le scrisse con frenesia
dalla trincea,
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su carta da pacchi,
al lume delle candele,
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mentre piovevano le granate,
lettere sempre più intime.
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La prima cominciava con
«cara signorina»
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e finiva con «i miei
omaggi rispettosi».
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Nella terza la chiamava «fatina
mia» e le domandò una fotografia.
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Poi diventò «mia adorata».
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Poi «le bacio le mani», poi
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«le bacio la fronte».
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Più tardi le descrive la
fotografia che lei gli ha mandato,
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le parla del seno che ha
intravisto sotto l'accappatoio.