Jules et Jim
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Adesso sto bene,
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ma quando mi svegliai
e vidi lì il chirurgo

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che stava frugando nel mio cranio,
mi venne in mente Oscar Wilde:

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«mio Dio, risparmiami dolori fisici,
ai dolori morali ci penso io».

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Quello che è brutto della guerra
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è che priva l'uomo della
sua lotta individuale.

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È vero, però io credo che
ognuno possa lottare lo stesso,

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a parte la guerra.
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Mi ricordo un artigliere che
ho conosciuto all'ospedale.

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Tornando da una licenza conobbe
una ragazza in treno.

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Parlarono fra Nizza e Marsiglia.
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Sul marciapiede della stazione
lei gli diede l'indirizzo.

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E per ben due anni, ogni giorno,
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lui le scrisse con frenesia
dalla trincea,

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su carta da pacchi,
al lume delle candele,

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mentre piovevano le granate,
lettere sempre più intime.

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La prima cominciava con
«cara signorina»

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e finiva con «i miei
omaggi rispettosi».

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Nella terza la chiamava «fatina
mia» e le domandò una fotografia.

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Poi diventò «mia adorata».
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Poi «le bacio le mani», poi
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«le bacio la fronte».
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Più tardi le descrive la
fotografia che lei gli ha mandato,

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le parla del seno che ha
intravisto sotto l'accappatoio.

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E poi passa a darle del tu:
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«ti amo tremendamente».
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Un giorno scrive alla madre della
ragazza per chiederle la mano.

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E così si fidanza ufficialmente
senza averla mai rivista.

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La guerra continua,
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e le lettere diventano
sempre più intime:

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«ti sogno sempre, amore mio»,
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«carezzo i tuoi seni adorabili
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e ti stringo tutta nuda a me».
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Lei risponde un po'
fredda, lui si arrabbia,

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la prega di non fare la civetta
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perché lui può morire da un
momento all'altro, eDera vero.

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Vedi, Jules,
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per poter capire questa
specie di amori epistolari

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bisogna aver conosciuto la
violenza della guerra di trincea.

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Quella follia collettiva, la presenza
della morte ad ogni minuto.

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Ecco un uomo che pur
partecipando alla grande guerra

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ha saputo combattere ugualmente
la sua piccola guerra privata.

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E conquistare completamente
una donna da lontano

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solo con la persuasione.
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Quando arrivò all'ospedale
era come lei, ferito alla testa,

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ma non ebbe fortuna.
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È morto dopo la trapanazione,
la vigilia dell'armistizio.


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