Irma la Douce

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- Cioè, potremmo...?
- Perché no?

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- Come ha detto che si chiama?
- Irma. Mi chiamano Irma la Douce.

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Se non le dispiace, Miss la Douce,
io preferirei non presentarmi.

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- Come vuole.
- Un uomo come me deve essere discreto.

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- Può chiamarmi... Lord X.
- Lord X. Certo.

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No, my dear, non è necessario.

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Qual è il problema?

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Voglio solo un po' di compagnia,

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una spalla su cui piangere,
un sorriso cui appoggiarmi.

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Mi dica un po', ma i lord inglesi
sono tutti così eccentrici?

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Mi permetta di chiederle una cosa,
my dear. Mi trova repellente?

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No, certo che no. È di bell'aspetto,
per un lord della sua età.

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Grazie. Vede, mia moglie,
Lady X, invece sì.

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- Sì cosa?
- Mi trova repellente.

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Mi ignora del tutto. Passa le giornate
accudendo il giardino.

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E, quel che è peggio...
accudendo il giardiniere.

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- Il giardiniere?
- L'altro giorno li guardavo,

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dalla torretta del castello.

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Erano insieme in un'aiuola,

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- e lui le potava le begonie.
- Dovrebbero vergognarsi.

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Già, e pensare che era un matrimonio
così ben riuscito, i primi anni.

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Sedevamo accanto al fuoco e giocavamo
a solitario a due e a dama cinese.

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Solitario? Lo so fare i solitari.

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Eccellente! Le andrebbe?

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Cioè, vorrebbe? Insomma, possiamo?