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C'è una vecchia storiella. Due vecchiette
sono in un pensionato per anziani.
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Una di loro dice "Il cibo in questo
posto fa veramente pena".
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L'altra fa "Sì, è uno schifo.
E le porzioni sono così piccole".
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Essenzialmente, è così che vedo la vita.
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Piena di solitudine e di miseria
e di sofferenza e di infelicità.
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E dura troppo poco.
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C'è un'altra battuta importante per me.
Viene attribuita a Groucho Marx.
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Ma credo sia dovuta in origine al genio
di Freud. Ha a che fare con l'inconscio.
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Comincia così. Sto parafrasando.
Non vorrei mai appartenere ad un club
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che contasse tra i suoi
membri uno come me.
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È la chiave di lettura della mia vita
di adulto nei rapporti con le donne.
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Ultimamente, i pensieri più strani
attraversano la mia mente.
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Perché ho compiuto 40 anni e sto
attraversando una specie di crisi.
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Invecchiare non mi preoccupa.
Quassù mi si apre una piazzetta.
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Ma peggio di questo per ora
non mi è successo.
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Penso che migliorerò con l'età.
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Diventerò il tipo virilmente calvo,
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piuttosto che, diciamo,
il tipo argentato distinto.
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A meno che non diventi uno
di quei tipi che sbavano,
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che vagano per i caffè con
una sportina della spesa,
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sbraitando contro il socialismo.