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Ecco la cugina,
se non fosse posseduta da una furia,
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sarebbe più bella di lei come
il primo maggio supera il 31 dicembre.
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Non starai pensando al matrimonio.
Vero?
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Non mi fiderei di me stesso,
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se prima giurassi il contrario
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e poi Ero mi volesse.
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È così allora?
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Non vedrò mai più
uno scapolo di sessant'anni?
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Signori. Quale segreto vi ha impedito
di seguirci a casa di Leonato?
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È innamorato!
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Di chi? Tocca a vostra grazia dirlo.
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- Di Ero, la figlia bassa di Leonato!
- Amen, se ne sei innamorato.
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- Ne è degna.
- Lo dite per farmi confessare.
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- Dico solo quello che penso.
- Anch'io, mio signore.
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In verità, anch'io.
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- Che sono innamorato, lo sento.
- Che ne sia degna, lo so.
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Non sento come si debba amarla,
né so quanto sia degna,
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e morirò sul rogo
per difendere la mia opinione.
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Sei un ostinato eretico
che disprezza la bellezza.
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Una donna mi ha concepito,
e la ringrazio.
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Mi ha cresciuto, e anche di questo
la ringrazio umilmente.
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Ma che debba appendere il mio corno
a un balteo invisibile,
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le donne mi perdoneranno.
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Resterò scapolo.
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Prima di morire,
ti vedrò impallidire d'amore.
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Di rabbia, di malattia, o di fame,
mio signore, mai d'amore.
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Il tempo lo dimostrerà.
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"Con il tempo,
il toro selvaggio accetta il giogo."
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Se il sensato Benedetto lo farà,
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staccate le corna al toro
e attaccatemele sulla fronte,
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e dipingetemi in modo ignobile:
"Buon cavallo da noleggio."
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Scrivete questa insegna:
"Ecco Benedetto, uomo sposato."
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Benedetto,
ritirati a casa di Leonato.
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Digli che sarò presente al pranzo,
perché ha fatto grandi preparativi.