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Non posso credere che Beatrice
mi conosca e non mi riconosca!
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Il giullare del principe?
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Non sono così stimato.
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È la vile, amara indole di Beatrice,
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che crede d'essere tutto il mondo,
e mi mette così in cattiva luce.
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Mi vendicherò.
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Signore, dov'è il conte?
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Era qui,
triste come una capanna in una garenna.
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Gli ho detto,
e credo di non sbagliarmi,
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che vostra grazia ha conquistato
questa giovane fanciulla.
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Beatrice è in collera con te.
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Il gentiluomo che ha danzato con lei
dice che le hai fatto un grave torto.
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Mi ha maltrattato
oltre ogni sopportazione!
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Mi ha detto,
non sapendo che fossi io,
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che ero il giullare del principe,
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che ero più tedioso del disgelo,
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sputando una cattiveria dopo l'altra
contro di me,
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che sembravo essere diventato
il bersaglio di un'intera armata.
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Le sue parole sono pugnali,
e ognuna di loro ti trafigge.
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Se il suo fiato fosse terribile
quanto le sue conclusioni,
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infetterebbe la stella polare.
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Ogni trepidazione, orrore
e turbamento le sta appresso.
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Guardate, eccola che arriva.
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Avete una commissione per me
in un angolo remoto del mondo?
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Mi recherei subito fino agli antipodi
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per qualsiasi compito
vogliate darmi.
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Vi porterò un pelo della barba
del Gran Khan,
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recherò un'ambasceria ai pigmei,
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piuttosto che discorrere
con questa arpia!
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Non avete alcun compito per me?
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No, desidero solo
la tua ottima compagna.
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Dio, signore.
È un piatto che non gradisco.
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Non sopporto signora Lingua Lunga!