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Che peccato.
Vi lascio ai vostri film.
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Chili, non andartene senza salutarmi.
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Allora...
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Sai che sei bellissima?
Sei davvero bellissima.
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Ti guardo e nella mia mente
scorrono i ricordi di noi due.
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- Davvero?
- Già, e mi chiedo...
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Dov'è che ci siamo persi?
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Sei tu che ti sei perso scopandoti
Nicki alla mia festa di compleanno.
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- Gran bella festa.
- Marty, eri magnifico in Ciclone.
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Martin.
Già, gran bel ruolo.
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Mi è bastato andare
al cuore del personaggio.
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Dargli la giusta carica,
e il meccanismo è entrato in funzione.
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Se non conoscessi la tua storia,
avrei pensato che eri un picciotto.
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Che non stavi recitando.
E la parte del pentito...
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Non ne ho mai conosciuto uno
e non ci tengo,
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ma la tua interpretazione
era davvero realistica.
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Prima delle riprese sono andato a
Bensonhurst per sentire il vostro accento.
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Sono italiano,
ma sono cresciuto a Tarzana.
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Volevo acquisire
il ritmo della vostra parlata.
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- Cos'ha di diverso?
- È più l'atteggiamento, l'intonazione.
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Dalla vostra cadenza si coglie
la fermezza delle convinzioni,
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l'indifferenza
verso il pensiero convenzionale.
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- Cioè che ce ne sbattiamo?
- Sì, una cosa del genere.
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Appena acquisisco le sonorità autentiche,
l'inflessione dialettale,
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riesco davvero a pensare
con la testa di quella gente.
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- A entrargli dentro.
- Davvero?
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lo sono uno di loro.
Cosa sto pensando?
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Non fraintendermi,
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non avviene una vera e propria
metamorfosi, non sarebbe recitare.
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- Quindi non sai a cosa sto pensando?
- No, ma sono curioso.