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Rispolverarono vecchie storie. . .
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. . .che Kubrick non si era
mai preoccupato di negare.
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Era stato etichettato:
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"Regista solitario,
probabilmente mezzo matto" .
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Per un uomo per cui, io credo,
il controllo era tutto. . .
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. . .il concetto
che non poteva, in finale. . .
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. . .controllare quest'immagine
cresciuta intorno alla sua persona. . .
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. . .deve avergli fatto perdere
le speranze: "Che vadano al diavolo.
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Se è questo che vogliono pensare,
non posso farci nulla" .
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L'affrontò come doveva.
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Sapevo che erano bugie
ed era ciò che contava per me.
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E in fondo era ciò che
più contava per lui. . .
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. . .anche se le cose più disgustose
Io facevano arrabbiare.
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E a volte ne parlava.
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So che verso la fine di Eyes
Wide Shut aveva detto:
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"Ora farò qualche
intervista seria. . .
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. . .e cercherò
di chiarire loro le idee" .
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Non voleva essere quello
che spara ai turisti. . .
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. . .e li paga quando sanguinano.
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Ma anche perché è un'altra cosa
che va d'accordo. . .
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. . .coll'idea del mostro. . .
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. . .che sbavava nella sua casa
e odiava le donne.
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Odiava le donne?
Ne era circondato.
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Credo pochi uomini conoscano
così bene le donne.
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È impossibile per me
essere obiettiva e dire:
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"Avrebbe dovuto farsi sentire,
essere più gregario" .
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Doveva? Non poteva.
Non Io era. Perché poi?
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Aveva una faccia tosta.
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Apriva la porta a qualcuno che cercava
Stanley Kubrick e diceva:
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"Non è a casa" .
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Perché per molto tempo, nessuno
sapeva nemmeno che faccia avesse.
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Era molto, molto
ben informato, Stanley.
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Curioso, il mondo Io interessava.
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Molta gente non ne è consapevole.
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Pensano che a qualcuno
così ossessivo e dedicato. . .
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. . .il resto del mondo sfuggisse.
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Incanalava il mondo nella sua vita,
nella sua cucina.
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Beh, ecco un uomo
che organizzava la sua vita. . .