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che esplorano la mortalità
più profondamente...
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di ogni altra raccolta di opere
in lingua inglese.
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Quindi so per certo di essere forte.
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Una professoressa inflessibile...
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che odia i compromessi,
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ma che accetta volentieri una sfida.
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Ecco perché
ho scelto di studiare John Donne...
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con l'illustre professoressa E.M. Ashford.
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Oh, è lei?
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II suo saggio sul Sonetto sacro numero 6...
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è melodrammatico e non degno di lei.
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Inoltre, non dice nulla su Donne.
Lo rifaccia.
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Parta dal testo, signorina Bearing,
non da un sentimento.
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"Morte, non esser fiera,
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"pur se taluni t'abbiano chiamata
terribile e possente, perché,
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"tu non lo sei."
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Lei ha completamente omesso
il fulcro della poesia,
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perché, devo proprio dirglielo,
ha usato un'edizione del testo...
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la cui punteggiatura non è quella originale.
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- Nell'edizione del testo della Gardner...
- Ma quell'edizione non esiste più...
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- Signorina Bearing?
- Mi scusi.
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Lei la prende troppo alla leggera.
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Questa è poesia metafisica,
non i romanzi moderni.
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I livelli di conoscenza e di lettura critica,
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adatti a qualunque altro testo,
qui sono decisamente insufficienti.
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Lo sforzo deve essere totale
perché i risultati siano significativi.
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Pensa forse che la punteggiatura
dell'ultimo verso di questo sonetto...
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sia solo un dettaglio insignificante?
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II sonetto comincia
con una coraggiosa lotta contro la morte,
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facendo appello a tutte le forze
dell'intelletto e dell'arte drammatica...
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per sconfiggere il nemico.
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Ma, in definitiva, il tema è il superamento
delle barriere apparentemente invincibili...
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che separano la vita,
la morte e la vita eterna.
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Nell'edizione che lei ha scelto,
questo profondo e semplice significato...
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viene sacrificato
ad una punteggiatura isterica.
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"E la Morte", M maiuscola,
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"non esisterà più", punto e virgola.