Annie Hall
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:02:01
Annie e io ci siamo lasciati.
E non riesco a farmene una ragione.

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Continuo ad analizzare i cocci
del nostro rapporto,

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esamino la mia vita e cerco di
capire da dov'è partita la crepa.

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Un anno fa eravamo... innamorati.
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E... È strano... non sono un tipo tetro.
Non ho tendenza alla depressione.

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Io... lo...
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Ero un bimbo ragionevolmente felice.
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Sono cresciuto a Brooklyn durante
la seconda guerra mondiale.

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Il bambino è depresso. All'improvviso,
non riesce più a far nulla.

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- Perché sei depresso, Alvy?
- Dillo al dott. Flicker.

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È per qualcosa che ha letto.
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Qualcosa che ha letto, eh?
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- L'universo si sta dilatando.
- L'universo si sta dilatando?

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L'universo è tutto. Se si sta dilatando,
vuol dire che un giorno scoppierà

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e quella sarà la fine di tutto.
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E sono affari tuoi questi?
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Ha smesso di fare i compiti.
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- A che scopo farli?
- Cosa c'entra l'universo con i compiti?

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Sei a Brooklyn!
Brooklyn non si sta dilatando!

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Non si dilaterà per miliardi di anni, Alvy.
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Nel frattempo dobbiamo
cercare di godercela.

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L'analista dice che traviso
i miei ricordi di infanzia.

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Ma giuro che sono cresciuto
sotto le montagne russe

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nel distretto di Coney lsland
a Brooklyn.

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Forse ha influito sul mio temperamento,
che è un po' nervoso.

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Ho una fantasia iperattiva.
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La mia mente tende a saltare qua e là.
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E io faccio fatica a distinguere
fantasia e realtà.

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Mio padre gestiva gli autoscontri.
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Quello è lui.
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E questo sono io.
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Scaricavo continuamente la mia
aggressività su quelle macchinine.

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Ricordo il corpo insegnante della scuola.
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Avevamo un detto:
"Chi non sa niente, insegna,

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e chi non sa insegnare,
insegna ginnastica".

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E quelli che non sapevano far nulla,
li destinavano alla nostra scuola.


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