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Sì, sì, ragazzo,
mi dicono che sei forte.
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Lascia che ti spieghi come lavoro.
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A vedermi non viene da ridere come
con i comici che si vedono oggi.
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Basta che aprano la bocca
e scrosciano gli applausi.
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Il materiale deve essere sensazionale
per me. Lavoro con molta... classe.
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Ti spiego. C'è una canzone d'apertura.
La musica attacca...
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Che vista formidabile di qua
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Che pubblico stupendo vedo in fondo là
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E già vola sul viso un bellissimo sorriso
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Mi fate dir già "Questo è il paradiso"
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Poi racconto qualche storiella.
E qui mi servi tu.
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"Sono appena tornato dal Canada.
Parlano francese là".
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"La parola da ricordare è Jeanne d'Arc.
Significa: La luce è spenta in bagno".
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"Ho incontrato un boscaiolo..."
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Gesù! Quest'uomo è patetico.
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Guarda come si muove.
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Pensa di essere bravo.
Mi viene da vomitare.
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Se solo avessi il coraggio
di fare i miei sketch.
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Non so per quanto riuscirò a tenere
questo sorriso stampato in faccia.
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Ho sbagliato lavoro. Lo so.
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Ma... chéri...
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Che me ne faccio di questo?
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Oh, Marie! A volte mi fai impazzire!
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Veniva giù il teatro! Scrivi roba
così. Alla francese. Ci riesci?
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Dove sono? Devo orizzontarmi.
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Questa è l'università del Wisconsin, no?
Lo sono sempre... teso...
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Ho un pessimo ricordo
dell'università di New York.
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Fui sbattuto fuori il primo anno
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perché copiai agli scritti di metafisica.
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Stavo sbirciando nell'anima
del compagno accanto a me.
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Mia madre, che è una persona
molto emotiva,
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si chiuse in bagno e
inghiottì i pezzi del domino.
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All'epoca ero depresso. Ero in psicanalisi.